BUONI PASTO INSOSTENIBILI, LE IMPRESE NON CI STANNO....
… DISTRIBUZIONE E RISTORAZIONE INSIEME PER FERMARE UN SISTEMA DISTORTO
Costituito un Tavolo unitario tra le associazioni di categoria: “Su ogni ticket c’è una tassa occulta del 30%. Così le imprese falliscono e il sistema collassa. Il caso Qui!Group non ha insegnato nulla”.
l sistema dei buoni pasto è al collasso. Se non ci sarà un’inversione di rotta immediata, i dipendenti pubblici e privati potrebbero vedersi negata la possibilità di pagare il pranzo o la spesa con i ticket.
L’attuale sistema genera una tassa occulta del 30% sul valore di ogni buono pasto a carico delle attività.
in Italia tra commissioni alle società emettitrici e oneri finanziari, i bar, i ristoranti, i supermercati perdono 3mila euro ogni 10mila euro di buoni pasto incassati che accettano.
È l’effetto delle gare bandite da Consip per la fornitura del servizio alla pubblica amministrazione, che hanno ormai spinto le commissioni al di sopra del 20%.
Nel 2019 sono stati emessi 500 milioni di buoni pasto per un valore complessivo di 3,2 miliardi di euro, coinvolgendo una platea di circa 2,8 milioni di lavoratori, di cui 1 milione dipendenti pubblici.
Il sistema ha mostrato tutte le sue criticità nel 2018 con il fallimento di Qui!Group la principale società fornitrice di buoni pasto alla pubblica amministrazione. 325 milioni di euro di debiti di cui circa 200 milioni nei confronti degli esercizi convenzionati: piccole aziende della ristorazione e della distribuzione commerciale si sono ritrovate con circa 200 milioni di euro di crediti che sarà molto difficile riscuotere. Da allora il governo non ha dato alcuna risposta concreta.
Questi meccanismi mettono a rischio un sistema che dà un servizio importante ai lavoratori mettendo in ginocchio le imprese, tra pubblici esercizi, piccola e grande distribuzione commerciale.
Tutte le associazioni delle imprese della distribuzione commerciale e della ristorazione richiedono pertanto al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro una vera riforma fondata sul mantenimento del valore nominale del buono pasto lungo tutta la filiera.